domenica 31 dicembre 2006

Saddam, haruf al-'eid

Che bel gesto impiccare Saddam il giorno della festa del sacrificio!
Che bel motivo per gli shi'iti di festeggiare!
Che bel motivo per i sunniti di bruciare fantocci in piazza!
Che bella spinta per la fine di una guerra civile!
Era proprio la fine ideale.
Ma si può essere tanto?

lunedì 6 novembre 2006

XIII - Yo quiero ser Librero

In questi giorni mi perseguitano i dati statistici su libri, lettori e librerie: mentre cerco di scoprire qual è la media di lettura di uno spagnolo, e mentre quasi spero che il numerino che porrà fine alla mia ricerca sia inferiore al “41”, appare su el País un articolo sulla situazione dei punti vendita di libri in Spagna. Ossia librerie contro centri commerciali che vendono anche libri. Inutile dirlo, i dati indicano le librerie (grandi e piccole) in perdita, e i “punti vendita” in crescita, ma le mie osservazioni vanno in un altro senso: mi nasce spontanea una comparazione fra librerie italiane e librerie spagnole.

Se penso a una libreria spagnola, mi viene in mente un insieme di librerie strette, alte e polverose. Mi vengono in mente libri di seconda mano, librai o con gli occhiali e la catenina dietro ad un bancone altissimo, di legno scadente, con un libro in mano. Mi vengono in mente calcolatrici degli anni ottanta, rotoli di carta bianca e scontrini con inchiostro chiaro. E soprattutto, mi vengono in mente chilometri (in altezza) di scaffali pieni di libri. Qualsiasi tipo di libro, qualsiasi autore e romanzo, libri vecchi e nuovi, il mare immenso del già scritto. La meraviglia è che non ti senti rispondere che non lo editano più o che non lo troverai mai (“è un libro vecchio, del 2005...”). Però mi vengono in mente anche librerie con libri di prima mano, che sì, esistono: il libraio ha sempre gli occhiali e un libro in mano, anche se il negozio si estende in lunghezza. Ho cercato libri di autori italiani e li ho trovati, in traduzione; ho trovato Hugo Pratt e Alfieri nella stessa mensola. Le librerie spagnole mi sembrano più creative e meno organizzate – meno pensate, che sia un pregio o un difetto, lo giudichi ognuno. Il fatto è che se chiedi al libraio, sa cosa gli chiedi anche se non ce l’ha in libreria. Chiaramente esistono librerie pseudo-moderne, open space, con computer e casse tipo supermercato... ma la situazione è di equilibrio fra un tipo e l’altro. Per lo meno dove mi trovo, senza escludere che potrebbe essere un’isola felice.

Se penso a una libreria italiana, invece, mi viene in mente la Feltrinelli sotto le due torri, a Bologna. Una libreria con tutto quello che si può cercare, dall’informatica all’arte alla storia alle tecniche di meditazione orientale. Una libreria con molta luce (artificiale) e scaffali che si muovono, librai con cartellini rossi, un’uscita e un’entrata non intercambiabili – se no rubi, come faceva Giangiacomo. Una cassa avanguardistica, una fila avanguardistica, buoni punto, tessere blu e i classici latini alla destra dell’uscita, anche un po’ dopo del metal‑detector, perché quelli rubateli (rubàteli o rùbateli), che tanto non li compra nessuno. Non mi è mai sembrata una libreria, in realtà, ha sempre avuto l’aria di un supermercato del sapere... e i librai – a parte un certo signore coi baffi – erano commessi. Non credo che un libraio debba saper far altro se non leggere. E non avevano quei commessi e commesse facce da lettori. Da librai. Mi sembrava che si limitassero a conoscere la posizione dei libri negli scaffali, cosa che conosevo anche io dopo un mese di frequentazione. Mi viene in mente questa libreria in particolare perché a bologna ruba la scena, con sua sorella International, alle altre librerie, che si dedicano perloppiù al commercio di testi universitari specifici. Niente romanzi, ma il mare infinito dei manuali. Tutte – eccezion fatta ovviamente per Labyrinthos, meglio conosciuta come Il Greco o la Libreria di Via Delle Moline. Con quel signore greco (fatto che ha la sua intrinseca importanza) che non vede niente (altro fatto di importanza letteraria non indifferente) e che ti porta dove è il libro che cerchi ma ti dice di prenderlo tu perché lui non lo vede. Cerca le mille edizioni di un libro in un catalogo scritto piccolissimo che fra i librai tira fuori solo lui, e soprattutto legge solo lui – non si sa come perché ha gli occhiali grossi quanto il catalogo stesso. Che, opinione personale, sono finti: secondo me è propio cieco. Il signor Labyrinthos è un po’ come il libraio della Storia Infinita: alla fine esci da là col libro che voleva lui.

E non c’è nessuna conclusione. Anzi si: siccome qui comando io, son più belle le librerie di qua che d’italia. Ecco!

venerdì 3 novembre 2006

XII

Da dove sono posso scrivere senza nessuna difficoltà una "ñ" ed è un bene (per i correttori: tra due "e" di seguito, la "d" è perdonabile, no?)... E c'è di più, mi trovo nella città più bella di Spagna, la Rossa, e non è "Boloña": profondo sud in qualsiasi senso si voglia leggere. La nuova Babele ma prima che dio confondesse le lingue, ognuno che parla a lo suyo e tutti che si capiscono - più o meno, più o meno naturalmente... ho da leggere un libro sull'Islam Sciita - che Allah li preservi - e un libro di Mahfuz, che Allah mi preservi. Alla prossima.

venerdì 27 ottobre 2006

XI

Polska, biało-czerwony.

Sono le otto, sono ancora in biblioteca. Conclusione: studio troppo. Eccheccavolo, con raddoppiamento eufonico delle "C" :)

lunedì 25 settembre 2006

Decimo Granello

I'm alive. Non è caduto nessuno dei due aerei che ho preso per venire qua... Por cierto, ho alcune novità in tema bustine di plastica trasparenti anti-terrorismo.

Non ho messo niente in buste di plastica trasparenti, non me l'hanno chiesto: direttamente, sull'aereo per Londra non potevano esserci elementi elettronici. Nessuno: i fili, nella pancia dell'aereo; il telefonino, nella pancia dell'aereo; la macchina fotografica, nella pancia dell'aereo; il computer, nella pancia dell'aereo. In più, gli attrezzatissimi addetti avevano finito gli adesivi con su scritto "Fragile". Cioè secondo gli antiterroristi il mio computer doveva andare nella pancia dell'aereo, nelle delicate mani dei nuovi scaricatori di porto, che hanno sempre qualcosa contro le valigie. Ho fatto il giro di qualsiasi sportello nell'aeroporto per trovare un'etichetta rossa: l'ho trovata; l'ho appiccicata; ho consegnato il mio zaino con computer etichettato al signore checkinatore, dopo averlo guardato come fosse l'ultima volta. Avevo la certezza di non rivederlo mai più.
E arrivati a Londra, ho aspettato che uscisse dal rullo il mio zainetto con il computer (tacendo che potevano rubarmi tutto quello che c'era dentro, ossia tutto quello che mi si può voler rubare). Per qualche motivo è uscito fuori, ma senza etichetta rossa. Non voglio pensare a cosa sia successo. Sull'aereo per la Spagna, l'ho potuto portare con me, però ho dovuto lasciare tutto il resto passibile di furto nelle mani di una tizia sassone che non capivo e non mi capiva (magari se mi avesse guardato in faccia parlandomi sarebbe anche stato possibile).

Sono nella gloria divina. Qualcuno ha un progetto su di me, altrimenti non mi spiego perché mi sia arrivato tutto e tutto funzionante. Sono nella grazia divina, الهمد للله .

Finalmente, in tutto questo viaggio ho capito cosa sia il terrorismo: è sentirsi controllati da tutti e impotenti di reagire, impossibilitati a passare tra le maglie della rete. Questa strategia della tensione psicologica è massacrante, sarà un assurdo però io preferisco morire d'un colpo in un attentato che passarmi la vita ad aver paura della gente che mi cammina affianco.

lunedì 11 settembre 2006

Nono Granello

La vigilia delle partenze è massacrante... due magliette da mettere in valigia eppure mi pare che non ci stia già più niente. I vocabolari, si, è vero, occupano molto spazio. E mi ricordano la mossa intelligente che ho fatto nel comprarli qua anzi che in Spagna... che smartness, cavolo.

Il mio terrore sono le Bustine Trasparenti, dove dovrò mettere il mio bagaglio a mano. Eh si, perché per andare in Spagna, dall'Italia, è notorio che uno debba passare per Londra; ed è notorio che a Londra si combatte il terrorismo con le Bustine Trasparenti. Tutto
quello - dopo il tentato attentato - che sale a bordo con te lo devono vedere non solo le forze dell'ordine in servizio aeroportuale, ma anche gli assistenti di volo, e tutti i tuoi compagni di viaggio. Figurarsi: a me da fastidio la gente che nella fila al check-in o alle uscite ti guarda la carta d'identità per veder di dove sei, se poi ho pure la Bustina Trasparente è come se andassi in giro in mutande...
Vedremo come andrà.
Per ora studio un po' di soluzioni logistiche per lo zaino.

sabato 9 settembre 2006

Ottavo Granello - Lumos


"Lumos....
Lumos....
Lumos Maxima!"

venerdì 8 settembre 2006

Settimo Granello - Trying to conquer the World

Sottolineo l'evento di oggi: penso, studio, e stasera commenterò... sempre a proposito di strani visitatori!

Edit, 00:58. Niente commenti, per oggi, si va dritti a letto. Ho speso tutto il giorno a cercare di capire l'umanità, e credo che da domani sera mi unirò a the Brain nel tentativo di conquista del mondo.

giovedì 7 settembre 2006

Sesto Granello - Turismo intelligente

Fra cinque giorni lascio l’Isola, con mille nuove fotografie da far vedere, e poche cose passibili di raccontazione in testa. Insegnamento dell’estate: mai più lavorare a stretto contatto con gente che passa le sue vacanze in Sardegna – scusate, ma non ce la posso fare. Grazie a Dio siamo pieni di albergatori e locandieri che sanno fare il loro mestiere, con un’infinita tolleranza… io non ce l’ho, e passo il testimone. Quest’estate avrei commesso un milanesicidio se non fosse finito il periodo lavorativo… ho capito che hai i soldi, e che ce ne hai più di me, ma non me ne può fregare di meno: sei un cittadino infelice che prende la macchina per andare a buttare la mondezza. E allora, prendi il tuo Crysler e vai, vai, vai!

In realtà, diciamolo, ci sono varie categorie di turisti che vengono sull’Isola.

1. I tedeschi. Sono dei geni, vengono ad Aprile con i loro zaini enormi e tre bambini biondi attaccati alle trecento tasche dei pantaloncini verdi. Li trovi, ad aprile, dovunque: nella campagna più sperduta, nella cima più alta, nella spiaggia vuota, sempre con le Dr. Scholl e le calze, con una cartina in mano e con gli occhialetti rotondi. Io da grande voglio fare il tedesco solo per questo.

2. I Vips. I vips non li vedo mai, dicono che stiano rinchiusi tutta l’estate nella cantina di Briatore, dove entri solo se hai quattro o più fotografi alle calcagna. Mi dispiace davvero molto non poterli vedere.

3. I Vips-econdoloro. Non li posso vedere, nel senso che mi danno allergia. Però aspetto con ansia di incontrarne uno solo per non riconoscerlo. Sono assurdi: ti guardano a te più di quanto tu guardi a loro, e si chiedono in fondo al cuoricino come mai non li stai riconoscendo. Una tristezza…

4. I turisti danarosi. Fascia di età: 19/60. Provenienza: Nord Italia. Disponibilità finanziarie inversamente proporzionali alle facoltà intellettive. Vengono in Sardegna per ritrovare Rimini: qualcuno prenda una mappa e gli spieghi che fanno prima ad andare a Rimini. Vanno in spiaggia solo se c’è troppa gente: forse vogliono le piaghe sul costato senza la scocciatura di farsi crocifiggere. Sono dei mostri occhialosoluti per i quali è indifferente avere venti o cinquant’anni, si vestono e comportano alla stessa maniera. Ti trattano come l’ultimo degli scemi: scandiscono le parole quando ti parlano, ti spiegano ogni cosa. Sanno sempre tutto, sono anni che vengono in Sardegna.

5. I turisti ‘nabbottadevita. Che, nun t’ho detto? St’anno annamo ‘n Zardegna: co li stipendi de ‘na vita m’affitto ‘na stanzetta, ‘n bùngalo, ‘na tenda, dove me capita… pe ‘na settimana ‘NTERA! Bbasta che è vicino aaaa Costa Smerarda, do’ ce stanno li vippe, vamo llà, famo a bbella vita de notte, vamo fuori der Bilioner a vede chi passa, a vede chi entra e chi esce… però de ggiorno dimenticamose de magnà, che nun ce bbastano li sordi. A ragà, st’anno famo ‘a fame! Ma nun ce penzate: forze, ve dico, forze vedemo aaaaaaaFabbiani!

O tempora, o mores!

mercoledì 6 settembre 2006

Quinto Granello

Ieri la domanda era di tema accentuativo. E siccome non mi dò pace, ci ho pensato per tutto il giorno. Insomma, cosí e così: ho cercato nel vocabolario e risulta che si scrive cosí. Qui però la cosa si complica: ora mi sembra di non poter andare in giro senza conoscere le regole di accentuazione della lingua italiana... nei manuali di linguistica che ho non compaiono, e inoltre questioni di tipo dialettale mi impediscono di distinguere una pesca dall'altra, quindi non mi si parli di vocali aperte o chiuse. Non so cosa possa succedere se entro stasera qualcuno non mi spiega come funziona...

Nel frammentre, vengo a sapere che Bush non è nulla in confronto ad Allah. Cavolo, Ahmadinejad! Meno male che ce l'hai detto! Se no avrei avuto quel dubbio. Poi si aggiunge al coro la sublime voce del Ministro Calderoli, che ha praticamente letto ad alta voce quella frase che dai muri rossi di Bologna mi ha fatto ribollire il sangue per quattro anni: ATOMICA SULL'ISLAM. L'apice della deficienza ignorante.
Questi signori dovrebbero darsi alla vita contemplativa, almeno gli si illumina la mente e smettono di sputare fesserie su ogni microfono che si ritrovano davanti alla bocca.

martedì 5 settembre 2006

Quarto Granello - Cantar del pueblo Andaluz

LA SAETA

¿Quién me presta una escalera
para subir al madero,
para quitarle los clavos
a Jesús el Nazareno?

Saeta popular

¡Oh, la saeta, el cantar
al Cristo de los gitanos,
siempre con sangre en las manos,
siempre por desenclavar!
¡Cantar del pueblo andaluz,
que todas las primaveras
anda pidiendo escaleras
para subir a la cruz!
¡Cantar de la tierra mía,
que echa flores
al Jesús de la agonía,
y es la fe de mis mayores!
¡Oh, no eres tú mi cantar!
¡No puedo cantar, ni quiero
a ese Jesús del madero,
sino al que anduvo en el mar!

Antonio Machado

Terzo Granello - Afasia

Berlusconi afono prima dell'incontro con Rutelli.

Beh insomma, questa è chiaramente psicosomatia: immerso nei ciellini ha parlato più di Luttazzi e la Litizzetto (ca**o) messi insieme, e ora con tutti questi comunisti intorno si sente male. Bisognerà porre rimedio. Dicono che funziona per lui come per le fate, ma invece di battere le mani, per ridargli la salute bisogna sorridere tutti insieme a quarantasei denti. (L'unico che non ce la fa proprio, ma viene con giustificazione scritta, è La Russa.)

P.S.: Anche io mi afonerei, effettivamente, se mi dovessi incontrare con Rutelli...

lunedì 4 settembre 2006

Secondo Granello - Cosí così

Oggi è tornato il caldo.
Le domande di oggi sono queste: così si scrive con l'accento grave o con quello acuto (per non dire: cosí si scrive cosí o così?)
E poi: perché da quando ho letto HarryPotter non riesco a sostenere più un qualsiasi libro? Ne avrò cominciato ottocento. Però ne so un sacco sulle prime venti/cinquanta pagine di moltissimi libri assurdi che la gente neanche conosce... fra i quali:


1. Sulle isole non nevica mai, di Dimitris Mingas.
2. Le lampade di Siviglia, di 'Abd al-Salam al-'Ugiayli.
3. Un taxi per Beirut, di Gada Samman. Questo forse è più conosciuto.
4. Sanguinose ballate e miracolose leggende, di Bohumil Hrabal. Quello di "Una solitudine troppo rumorosa".

Il Problema con questi libri è che mi stanno anche piacendo. Ma continuo a lasciarli per rileggere Azkaban... Joanne! Oh, Joanne.... Guarda cos'hai fatto!

domenica 3 settembre 2006

Primo Granello

Beh, vediamo un po' cosa ne viene fuori: nel primo post (c'è una parola italiana per post?) non dirò niente di significativo, ma probabilmente neanche negli altri, quindi in tranquillità.

Pongo un paio di quesiti all'etere, così, li butto al vento: dopo che riuscirò a laurearmi, qualcuno per davvero mi darà dei soldi per i miei servigi? E poi, questi retribuiti servigi, avranno qualche punto in contatto con tutto quello che ho studiato per anni e anni ('azz, il mio cervello è partito in un calcolo senza il mio permesso... un quarto della mia vita per una laurea fantrasa*...)?

Di domande ne ho molte, come Mafalda. Ma le risposte... com'è che diceva Guzzanti?

Ed ecco... da tutto questo stream of consciousness ho dedotto che finirò a lavare le scale del palazzo di qualcuno che ascolterà giornalmente britnispiars, e nei momenti buî i Pooh, e io, nei momenti buî, sentirò la voce di Dodi e riinzupperò, sul sesto gradino, il compagno straccio nel compagno secchio. E siccome i soldi fanno socialità, il mio unico amico sarà Mastro Lindo, che come ben pochi sanno, è uno Jedi, ma al profumo di limone.



*fantasma. Si spiegherà in seguito.