giovedì 31 maggio 2007

La mala educación

Arrivati a questo punto non so più se son d'accordo con le scuole statali. La mia estità intelletuale mi spinge a diffondere la notizia: ancora Polonia.

Si parla di letture obbligatorie per le scuole superiori: in Italia a quanto ne so non ne esiste un indice, ogni professore - grazie al "Regolamento dell'Autonomia" - sceglie secondo il proprio criterio i libri obbligatori per i proprî studenti. A proposito: viva il Brocca!
Invece in Polonia c'è una lista dettata dal ministero, una lista abbastanza lunga, dove figurano i maggiori letterati e le maggiori opere che formano il bagaglio culturale del cittadino polacco.

Ebbene, il ministro dell'Istruzione polacco, il signor
Giertych, ha recentemente modificato la lista dei libri fondamentali. Ha eliminato la lettura di Gombrowicz, di Kafka, di Goethe, per sostituirli con anonimi scrittori filo-cattolici e con testi dell'abusato, muy a su pesar, Giovanni Paolo II (che vabbè che era Papa, ma avete mai provato a leggere un suo libro? ).

Io ho la vaga impressione che il governo polacco dei gemelli (uno è presidente del Consiglio e l'altro della Repubblica) voglia provocare la reazione dell'Unione Europea per avere un motivo per svincolarsi dalla sua presa mortale... il fatto è che stanno provocando
da una parte l'Europa, e dall'altra Putin. Sembra che non si ricordino quant'è scomodo stare tra due giganti, eppure è loro storia recente.

mercoledì 30 maggio 2007

Hanno scoperto nelle profondità degli abissi marini nuove specie animali. Guarda un po'...
non sembrano dei Pokémon?
Anche questo è solo un piccolo esempio dell'alcance della fantasia dell'uomo del giappone.

lunedì 28 maggio 2007

Sequestro un uomo

"Bae in Bonorva". È questa la frase che si dice sia stata l'ultima che Pinna ha sentito pronunciare ai suoi sequestratori.

È così: finalmente anche il signor Titti Pinna è libero (si, dice che l'avevano sequestrato. Qualcuno si ricordava di lui?). Come sempre c'è qualcuno che dice che "Titti Pinna si è liberato autonomamente, dopo che i suoi rapitori l'avevano lasciato solo nella buca che costituiva la sua prigione" (La Repubblica).
Autonomamente, proprio come Silvia Melis: si è liberata da sola dopo che è stato pagato in chissà che modo il riscatto e dopo che i sequestratori l'hanno lasciata sola.

A parte tutto ciò. Consiglio vivamente (avverbio improprio: è morto a gennnaio) la lettura di qualsiasi cosa sia stata mai prodotta dalla penna di
Ryszard Kapuściński, forse l'ultimo vero reporter del giornalismo. Sto leggendo in questi giorni Shah-in-shah, sull'Iran imperiale.
Quest'uomo era un genio e una specie rara di profeta.

giovedì 24 maggio 2007

Secondo me devo cercarmi un'occupazione per la vita, che nun ze po' continua' ccosì.

Mentre Berlusconi compra la Endemol, mentre in Libano si ammazzano nei campi profughi palestinesi, mentre il milan vince a colpi di sbagli arbitrali indecenti (volevo dirlo) la coppa campioni, mentre succedono cose strane fra Russia e Gran Bretagna per colpa di un polonio, mentre Israele arresta ministri palestinesi (si, si, sic), mentre si ammazzano giornalisti qua e là, mentre a uno gli nasce in testa l'idea di chiamare la figlia Chanel (Francesco, renditi conto di avere delle responsabilità sociali, e che d'ora in poi tutti i tamarri del mondo copieranno la tua brillante scelta)... mentre succede tutto ciò, io non faccio niente per impedirlo.

Beh, magari se facessi qualcos'altro me lo perdonerei.
Mah.


...ma ora che ci penso qualcosa
l'ho fatta!

lunedì 21 maggio 2007

Literatura Andalusí - n°0

Preambolo: cosa successe

In Spagna – senza generalizzare dirò che ciò succede dove io studio, anche se so che anche in altre università è lo stesso – non si studia dai libri. Dei libri si prende visione, si deve sapere dove cercare l’informazione, ma non immagazzinarla, non ricordarla, non elaborarla; o perlomeno non è richiesto. Alla fine di ogni anno di lezione, ogni alunno consegna in quasi tutte le materie un lavoro di fine-corso, dove in teoria mette in mostra tutte le belle cose che ha imparato dal professore durante un anno di dettati o di lezioni interminabili su questioni altre che la materia insegnata.

Ho sentito questa battuta da un mio professore in una conferenza: “Copiare da un libro è plagio, copiare da due è una ricerca, copiare da tre una tesi di dottorato”. Ho rabbrividito, perché non so se il professore si rendesse conto di aver detto la verità. È così che ho passato un anno a spaccarmi la schiena per scrivere lavori in spagnolo, elaborando informazione, consultando le mille fonti che i professori stessi consigliavano in classe, per poi rendermi conto che i voti più alti erano per le persone che copiavano gli appunti – neanche si scomodano ad aprire un’antologia –. Le fonti che consigliano, spaventosi tomi in lingue straniere, potrebbero anche avere tutte le pagine in bianco, visto nessuno li consulta, nessuno se ne accorgerebbe.

La tesina sulla poesia di al‑Andalus è l’esempio più spettacolare.

Quando a una settimana (naturalmente) dalla consegna, parlo con una mia collega, mi dice che ha “già settanta pagine”. Settanta pagine? Sono molte pagine. Molte. Continua la collega: “È che a copiare tutte le poesie ci si mette un sacco di tempo, poi me ne mancano alcune, dovrò chiedere gli appunti a Xxxx”. Copiare tutte le poesie?? Ma se il titolo doveva essere “La poesia araba andalusa”… io pensavo a un commento, certo, con esempi, ma mica copiare tutte le poesie! Dopo un’attenta analisi, scopro che tutti hanno già settanta pagine e che hanno semplicemente copiato tutte le poesie dalle fotocopie. A questo punto sono in preda a una lotta interiore tremenda: fare come hanno fatto tutti gli altri, e passare stupidamente l’esame, o rischiare di non passarlo, però conservando intatta la dignità, facendo il lavoro come avevo pensato? L’ultimo giorno ho deciso che la dignità era più importante. Devo dire però che ho messo molti più esempi di quanto avessi in un principio progettato.

(to be continued...)

lunedì 14 maggio 2007

XV - È ora di tornare

Prossimamente sui vostri monitors:

Una entusiasmante tesina (in spagnolo) sulla Letteratura Andalusí,
perché basta, ne so troppo e perché qualcosa produco, nonostante tutto...

Hatrakum.